Giovanni Prini nasce a Genova il 14 giugno1877 da Vitaliano e Antonia Pastore, ultimo di quattro figli. Ha un fratello Emilio, nonno dell'artista concettuale Emilio Prini (1943-2016).
Per contribuire al bilancio familiare lavora presso un marmista dove acquisisce grande abilità tecnica che lo spinge a dedicarsi alla scultura.
A quindici anni, nel 1892, risulta ammesso ai corsi dell'Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova e frequenta gli studi degli scultori Bonzano e Sansebastiano.
Nel 1896 esordisce con Le tentazioni di S. Antonio (gesso) alla XLII Esposizione Società Promotrice di Belle Arti di Genova dove sarà presente anche negli anni seguenti.
Nel 1898 alla XLV Esposizione partecipa con Impressioni di marinaio (gesso bronzato), Pitonessa (gesso), Romano (gesso), Nostalgia (gesso).
Nello stesso anno invia all'Esposizione Generale Italiana di Torino Le spose del Signore una statua in gesso con alto piedistallo che viene apprezzata da Giuseppe Pellizza da Volpedo e da Leonardo Bistolfi.
L'anno successivo, alla XLVI Esposizione Società Promotrice di Belle Arti, a Genova, è presente con Ritmo (bronzo), Sinfonia triste, Rievocazione (gesso), Le spose del Signore (monumento funerario in gesso), Capaneo (gesso), L'angelo del perdono (bassorilievo in gesso).
Porta la data del MDCCCIC il paliotto raffigurante il Trasporto delle ceneri di San Giovanni a Genova, oggi collocato nella Sacrestia della Cattedrale di San Lorenzo, commissionatogli negli anni precedenti.
Nello stesso anno realizza un ritratto ad olio della giovane Orazia Belsito che sarà la compagna di tutta la sua vita, musa ispiratrice e animatrice del famoso "salotto Prini".
Nel 1900 si trasferisce a Roma, presso la famiglia Belsito a Palazzo Lanzavecchia, in via Nomentana, poco distante da Porta Pia, dove apre il suo studio.
Prini ventiduenne partecipa con quattro sculture alla LXX Esposizione di Belle Arti organizzata dalla Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti al Palazzo delle Esposizioni in Roma: Capaneo, Primavera dolente, Rievocazione, L'angelo del perdono.
Alla successiva edizione dell'Esposizione di Belle Arti a Roma dall'aprile al giugno del 1901, è presente con Poema di dolore, Ritratto del signor Belsito, Ombre di sera, Il signore e i bimbi.
Il 22 settembre 1901 sposa a Roma, Orazia Belsito con la quale condivide i successi del "salotto Prini" a cui era vanto partecipare e che vede la costante presenza di Giacomo Balla, con il quale Prini aveva già stretto profonda amicizia sin dal suo arrivo a Roma, di Duilio Cambellotti, di Gino Severini, di Mario Sironi, di Umberto Boccioni, di Ettore Ximenes, del musicista Alberto Gasco, dello scultore Francesco Randone fondatore della "Scuola di Arte Educatrice". Alla fine del 1901 arriva nel "salotto Prini" anche il poeta piemontese Giovanni Cena, amico di Pellizza da Volpedo, che diffonde insieme alla sua compagna Sibilla Aleramo, a Plinio Nomellini, a Maria Montessori e a Alessandro Marcucci, le idee del socialismo umanitario dei circoli intellettuali torinesi.
Idee che Giovanni Prini fa sue ed esprime nei quadri, nei disegni "neri", nei bronzi di quel periodo, tutti pervasi da una partecipata attenzione verso i diseredati, i poveri, gli anziani, i bambini ai quali dà il ruolo di protagonisti nelle sue opere d'arte.
Il 27 luglio del 1902 nasce il suo primogenito Vitaliano Ferdinando.
Alla LXXII Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma espone Mia nonna e Ritratto (della Sig.ra Bertesi).
Le opere, presenti alla successiva LXXIII Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma, II tesoretto o Alba e tramonto, La terra, L'erba morta la falce e i bimbi GB12543, Il segreto dei bimbi, Gli amici, Anime stanche, La pietra del fonte. gli meritano il plauso incondizionato di Arduino Colasanti che, dalle pagine della rivista "L'Arte" diretta da Adolfo Venturi, sottolinea "il gentile poema dell'infanzia dolorosa".
Per l'asilo di Magognino, paese di origine della famiglia paterna, sopra Stresa, sul Lago Maggiore, scolpisce Il Signore e i bimbi, soggetto che sarà una costante nella sua produzione.
La partecipazione di Prini alla LXXIV Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma è caratterizzata dalla presenza di alcuni disegni e da opere di forte impegno sociale quali: Le vecchiette d'una casa di ricovero GB 12540, I cavalli, I disoccupati, oltre a Ritratto della bambina Margherita e Ritratto della Sig.na Randoni (sic).
Il tesoretto e Il segreto dei bimbi, sono inviati alla Universal Exposition di St. Louis. Alla scultura Il tesoretto viene assegnata la medaglia d'argento.
Alla LXXV Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma del 1905, Prini ha a disposizione un ampio spazio dove figurano ben ventotto sculture: Amore di mamma, bozzetto per il monumento Ultimi gesti, Caponeo, Bozzetto per fontana, Frammento del bozzetto per il monumento a Dante, Bozzetto per il monumento a Wagner, Ritratto del prof. Rondone, La preghiera, Il ricordo, Ritratto del prof. J. Rusconi, A sera, Ritratto del musicista Alberto Gasco, La Pietra del fonte (reliquario), Supremo rifugio, Norvegese, Ritratto del dott. L. Tioli, Il passerotto, La famiglia umana innanzi alla morte, Il segreto dei bimbi, Ritratto del poeta S. Ruju, Rievocazione, Un solitario, Silhouette, L'erba morta, i bimbi e la falce, e oltre venti opere tra pitture, pastelli, disegni tra i quali: Studio di testa (Raccoglimento), Casa abbandonata, Studio di vecchia, Autoritratto, Incubo, Paesaggio, A sera e numerosi studi.
Alla LXXVI Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma presenta Ritratto di Francesco Vitalini del quale eseguirà anche il monumento per la città Camerino, Ritratto del Sig. Tranaas, Ritratto della Signorina Casciani, Colloquio di fabbri, Ritratto del comm. Lago, La zia Catina.
Ripropone alla LIII Esposizione Società Promotrice, Genova, II segreto dei bimbi e L'erba morta, la falce e i bimbi.
Nel novembre del 1906 esce il libro di Sibilla Aleramo Una donna che riscuote subito un grande successo. Di Sibilla Aleramo, amica di Orazia e assidua frequentatrice del "salotto Prini" l'artista realizzò sia un busto che un ritratto ad olio.GB 12413
Alla successiva LXXVII Esposizione Internazionale di Belle Arti del 1907 a Roma è presente con cinque ritratti che rispecchiano l'ambiente culturale nel quale l'autore si muove: Ritratto dello scultore Felci, Ritratto dello scultore Tannenbaum, Ritratto del pittore Balla GB 13065-1, Ritratto del prof. Guarini, Ritratto del pittore Maraini.
Arturo Jahn Rusconi, del quale Prini ha già fatto un ritratto nel 1905, nel numero dedicato all'Esposizione romana su "Emporium", loda la sua capacità di cogliere con efficacia le caratteristiche psicologiche dei personaggi che rappresenta. « ... tra questi ritratti è soprattutto notevole un busto del giovane pittore Maraini,vivace, nervoso, animato da un sorriso strano e fremente.»
Alla successiva LXXVIII Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma, espone Cenerentola GB 12546 , Ritratto, La mia signora, Ritratto.
La scultura di Prini intitolata La tragedia compare sulla copertina dell'Elettra di Hugo von Hofmannsthal, edita dai F.lli Treves di Milano nel 1908, nella versione metrica italiana di Ottone Schanzer, suo amico già dal 1905, come si evince dall'affettuosa dedica conservata nell'Archivio Giovanni Prini.
Nel 1909 è per la prima volta a Venezia, alla VIII Esposizione Internazionale d'Arte con Gli amanti (gesso).
E' invitato alla X Internationale Kunstaustellung di Monaco, organizzata dalla Società di Artisti di Monaco con la Secessione di Monaco, dove il suo Il segreto dei bimbi riscuote successo, viene acquistato e la Hohenzollern Kunstgewerbehaus gliene chiede copia per una successiva mostra a Berlino.
Ancora alla LXXIX Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma espone La solitaria, Ritratto del dott. Federico Giolitti, Ritratto del prof. Ferruccio Montesano, Nandino, Cofanetto.
Il 25 gennaio del 1910 nasce il secondogenito Giuliano.
Nel febbraio Balla sottoscrive il Manifesto dei pittori futuristi con Boccioni, Severini, Russolo e Carrà. Per le sue idee pacifiste Prini non aderisce al movimento nonostante il forte vincolo di amicizia e di stima che lega tutti questi artisti.
Alla LXXX Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma espone due sculture: Ritratto e Idillio. Partecipa nel giugno del 1910 ad una ulteriore mostra internazionale inviando il Segreto dei bimbi alla Esposizione Internazionale di Belle Arti di Buenos Aires.
Per celebrare il cinquantenario dell'Unità Nazionale viene organizzata a Roma un'Esposizione Internazionale per la quale vengono approntati nuovi edifici fra cui il Palazzo delle Belle Arti a Valle Giulia oggi sede della Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea.
A Prini viene commissionata la realizzazione a stucco del fregio centrale all'interno del pronao II peana delle arti per il quale utilizza nuove tecniche e nuovi materiali tra i quali anche il cemento.
Per la Mostra del costume a Castel S. Angelo, Roma, (nell'ambito dell'Esposizione Internazionale) realizza, con l'aiuto dello scultore Alberto Felci, sette rilievi: Cola di Rienzo portato in trionfo dal popolo, L'imperatore Paleologo e il papa Eugenio IV ricevuti a Castel Sant'Angelo dal castellano Rido, Il Trionfo delle Arti, l'Ingresso a Roma dell'ambasciatore di Polonia, Il corteo del Chinea con l'ambasciatore di Napoli, La lanciata e la ripresa dei cavalli barberi durante il Carnevale.
Esegue La Fede per la Tomba di Caterinic D'Ergiù, a Kiev, in Ucraina, con la quale inizia un riuscito percorso artistico di monumenti funebri.
Il 9 agosto del 1911 nasce Anna Maria, terza e ultima figlia che verrà a mancare in giovane età e nel breve volgere di pochi giorni.
Alla LXXXI Mostra annuale degli amatori e cultori del 1912 per la prima volta Prini non espone avendo aderito alla fondazione della Secessione Romana.
Partecipa invece alla Mostra del ritratto, organizzata dal Circolo Artistico Internazionale a Roma, con Ritratto della moglie e Testina di marmo.
A Napoli, alla Prima mostra d'arte giovanile, a cura del Comitato Artistico Nazionale, è presente con Testa di fabbro.
Il 31 marzo 1913 si inaugura a Roma, in Palazzo delle Esposizioni, la Prima Esposizione Internazionale d'Arte della "Secessione" dove, insieme a Nomellini, Rodin, Troubetzkoy, gli impressionisti francesi e i fauves, è presente con Vaso-La vita, Mio figlio, Fontana (La lira), Lampada, Gli amanti.
Alla XI Internationale Kunstaustellung di Monaco, partecipa con il gesso Die liebe (Gli amanti).
Alla LIX Esposizione della Società di Belle Arti a Genova invia Cristo.
Nel 1914 realizza un busto del Re per la nuova sede del Ministero dell'Agricoltura in Via XX Settembre a Roma.
Il 21 marzo si inaugura nel Palazzo delle Esposizioni a Roma la Seconda Esposizione Internazionale d'Arte della "Secessione" dove Prini presenta Sonno di bimbo, Le gemelle Azzariti, Ritratto del pittore Innocenti.
Viene incaricato dalla Soprintendenza alle Gallerie e ai Musei medioevali e moderni di Roma, di provvedere al restauro di due opere attribuite al Bernini.
A trentasette anni gli viene conferita dal Ministero della Pubblica Istruzione la Cattedra di Ornato modellato presso l'Accademia di Belle Arti di Roma.
Realizza la Tomba per Luisa De Benedetti nel Cimitero del Verano a Roma e la Tomba Bertesi nel Cimitero di Mirandola presso Modena.
Nel 1915 esegue un rilievo commemorativo per la R. Accademia di S. Cecilia per il ventennale dell'istituzione dei concerti.
Nel febbraio si inaugura l'Esposizione Internazionale Panama -Pacifico a San Francisco di California dove espone Il segreto dei bimbi (bronzo), Gli amanti (gesso).
In aprile si tiene a Roma, al Teatro dei Piccoli, la Mostra d'arte infantile, che riunisce le opere dei "figli d'arte", fra i quali Giuliano Dazzi, Vittorio Nomellini, Roberto Nicolini, Luce Balla. Ferdinando, Anna Maria e Giuliano Prini del quale Francesco Randone, nei Memoriali delle mura, esprime giudizi lusinghieri.
Il 15 luglio del 1915 viene collocata all'entrata del giardino di Villa Umberto a Roma (oggi Villa Borghese) l'opera Pudicizia in "marmo ravaccione".
Nel 1916 all'Esposizione d'Arte di Sarzana presenta Il segreto dei bimbi.
Il 1° dicembre 1916, a trentanove anni viene richiamato e arruolato in Fanteria,
Il 9 dicembre del 1916 si apre la IV Esposizione Internazionale d'Arte della "Secessione", Palazzo delle Esposizioni in Roma dove presenta quattro opere: Filomena, Ritratto del violoncellista Baryansky, Simonetto, Maschera opera acquistata dal Re e conservata nel patrimonio del Quirinale.
Risulta essere stato presente alla Mostra nazionale di pittura, scultura e bianco e nero "Visioni di Guerra" organizzata al Circolo Artistico Internazionale di Roma del 1917.
E' tra i firmatari del manifesto "Rinnovando Rinnoviamoci" steso da Galileo Chini.
Viene distaccato a Villa Mirafiori presso l'Istituto di rieducazione dei Mutilati con l'incarico di insegnare disegno e plastica decorativa ai mutilati. L'esperienza maturata in questo periodo è rievocata nei molti monumenti ai caduti e nel portale della Casa Madre dei Mutilati.
Nel 1918 realizza Testina di bimba con cuffia (gesso patinato in argento ed oro) che non risulta tra le opere esposte alla mostra Bimbi e fiori, organizzata a Roma , al Palazzo delle Esposizioni dalla Società Amatori e Cultori di Belle Arti dove invece figurano Maschera di bimba, Passeraio, Il segreto dei bimbi.
Il 21 febbraio del 1919 è nominato direttore artistico dello SFAGI, Stabilimento per la Fabbricazione Artistica del giuocattolo italiano, in Roma, che sotto la sua guida realizza, in legno, cartapesta e stoffa, birilli, bamboline, e personaggi ripresi dalle fiabe.
Nel 1920 vince il primo premio al concorso Medaglia alle Madri dei Caduti n Guerra.
In un articolo apparso su "Il Messaggero" del 4 novembre 1921, intitolato Sculture di Prini, si analizzano tra l'altro le Tombe per le famiglie Trapanese, per cui Prini realizzò Le prefiche, quelle per le famiglie Montesano, con Tripode, e Bencivenga per il Cimitero Monumentale del Verano a Roma.
Alla I Mostra primaverile di "Fiamma" del 1922, all'Aranciera di Villa Borghese, a Roma, espone Sorriso di bimba, Melopea (bozzetto).
Contemporaneamente è presente alla XC Esposizione di Belle Arti, organizzata dalla Società Amatori e Cultori, al Palazzo delle Esposizioni in Roma, con opere in ceramica che testimoniano la sua abilità anche nel non facile mondo dell'arte ceramica: Tripode Reliquario (ceramica), Simulacro di Cristo (terracotta), Scontrosetta (ceramica), La Nicchia (Madonnina in ceramica), Pettegolezzi (ceramica), L'Armato (ceramica), Riposo della baiadera (ceramica), Fonte Gaia (ceramica), Danzatrice (ceramica) nonché Porta gioie (bronzo).
Nel novembre del 1922 si inaugura a Pico di Caserta il suo Monumento ai Caduti e nello stesso periodo realizza la Tomba per Alice Fera: poema della maternità al Cimitero del Verano a Roma.
Alla XCI Esposizione di Belle Arti della Società degli Amatori e Cultori al Palazzo delle Esposizioni in Roma del 1923 è nuovamente presente con il Ritratto della Sig.na Gasco.
Il Ministero della Pubblica Istruzione organizza una Esposizione Italiana di Belle Arti, a Buenos Aires dove Prini espone Gli scartati, L'erba morta, la falce e i bimbi e Tesoretto.
Nel maggio del 1923 si inaugura la Prima Esposizione Internazionale delle Arti Decorative,
nella Villa Reale di Monza, manifestazione che ha il merito di essere rivolta esclusivamente alle arti decorative. Prini fa parte del gruppo di artisti romani guidati da Cambellotti; si occupa dell'allestimento e presenta statue per fontane, terrecotte e statuine policrome, con Vittorio Grassi allestisce la Sala della Musica dove è presente Primavera (testa in maiolica invetriata); per la Sala da gioco per bambini crea dei divertenti Pupi, Fontanina gaia (terracotta smaltata) e una Lampada patinata, presenta ancora Madonnina (terracottapolicromata), Simulacro di Cristo, Madonnina, Figurina, Fontana.
Alla LXX Esposizione Società per le Belle Arti di Genova, nel maggio successivo sono presenti: Primavera (ceramica), Reliquario (ceramica), Vaso mistico (bronzo).
Ancora a Genova , nell'aprile del 1925 alla LXXII Esposizione Società di Belle Arti espone Fontanella (ceramica).
Nel maggio, alla Terza Biennale Romana. Esposizione Internazionale di Belle Arti, al Palazzo delle Esposizioni di Roma presenta una serie di medaglie riscuotendo l'apprezzamento della critica per la quale è maestro nel comporre l'opera nei limiti posti dai particolari architettonici e plastici.
Sempre nel maggio, alla Seconda Mostra Internazionale delle Arti Decorative, alla Villa Reale di Monza, allestisce la Sala d'arte Sacra dove troviamo una sua opera: Acquasantiera.
Nell'ottobre alla III Mostra Nazionale di "Fiamma", all'Aranciera di Villa Borghese a Roma espone anche in questa una Medaglia.
Nell'aprile del 1926, alla XV Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia espone L'idoletto di casa e Arabesco di danzatrice
Alla Exhibition of Modern Italian Art, Italy America Galleries, a New York, espone L'idoletto di casa (The Family Idol). Per l'occasione Christian Brinton gli dedica una breve biografia.
A Brighton alla Exhibition of Modern Italian Art, Public Art Galleries, espone Il tesoretto (bronzo) e Il segreto dei bimbi (bronzo).
Alla XCII Esposizione di Belle Arti di Roma espone Statua, Tondo (cotto), Gli amanti.
Al Pincio, Roma, si inaugura il busto di Fulcieri Paulucci de' Calboli.
Alla I Mostra Nazionale d'Arte Marinara, al Palazzo delle Esposizioni, in Roma, espone Navigare necesse.
Sempre nel 1926 alla Mostra di scultura e bianco e nero, promossa dall'Associazione Artistica Internazionale, Roma, espone Rievocazione (marmo), Sonno di bimbo (marmo), Invocazione (bronzo).
Nell'aprile del 1927, a Genova, alla LXXV Esposizione Società per le Belle Arti, espone L'idoletto di casa.
Alla XCIII Esposizione di Belle Arti della Società Amatori e Cultori, Palazzo delle Esposizioni, Roma, espone Monumento ai Caduti di Pianopoli, Arabesco di danzatrice, L'idoletto di casa.
A Roma, alla XCIV Esposizione di Belle Arti della Società Amatori e Cultori nel febbraio del 1928 espone Madonnina (bronzo), La Madonna del grano, Testa di bimbo che dorme (marmo), Testina di bimbo (bronzo), Testina di bimbo (argento), Ritratto della Signora Prini e, nella sezione dedicata alla Prima mostra dell'arte della medaglia, a cura della Società Italiana per l'Arte della Medaglia. espone Medaglia per la Patria, Navigare necesse est, Medaglia per le madri e le vedove dei caduti.
Nel novembre del 1928 si inaugura a Roma, la Casa Madre dei Mutilati su progetto di M. Piacentini. Prini esegue il gruppo in bronzo degli angeli portabandiera, le formelle in bronzo del portale di ingresso al Salone delle Adunate e le teste di fanti scolpite nella pietra che decorano il cornicione esterno e il fregio del Salone delle Adunate.
Si trasferisce al n.° 37 di via Oslavia, vicino all'amico Giacomo Balla che risiede al n.° 39, e all'attigua via Vodice dove apre il suo ultimo studio. Per la nuova abitazione disegna i mobili che saranno oggetto di un ampio servizio sulla rivista "La Casa bella".
Nel 1929, alla Prima Mostra del Sindacato Laziale Fascista degli Artisti, al Palazzo delle Esposizioni, in Roma, espone Clorinda, Ritratto di Giacomo Balla, Sorridente, Testa di fabbro.
Viene portato a termine, nello stesso periodo, il Palazzo di Giustizia di Messina per il quale scolpisce due grandi tondi che rappresentano Il diritto e La Legge.
Alla Prima Mostra d'Arte del Sindacato Regionale Fascista di Belle Arti della Liguria, a Genova, espone Madonnina della nicchia, Amorino, Amorino, Putto.
In occasione del Centenario della Esposizione di Belle Arti della Società Amatori e Cultori, a Roma (dicembre 1929- gennaio 1930), viene bandita la Seconda Mostra Regionale per gli artisti del Lazio, dove Prini è presente con Primavera, La mia nipotina, Rita Caterinici.
Nel marzo del 1930, promossa dallo scultore Alfredo Biagini, si apre in Roma la Prima Mostra Nazionale dell'Animale nell'Arte, alla quale partecipa con Cavalli all'abbeveratoio.
Alla XVII Esposizione Internazionale d'Arte, a Venezia, Prini è presente con due bronzi: Riminiscenze e Porta anello (bronzo), nonché, alla Mostra Internazionale dell'orafo con Medaglia ai Caduti per la Patria, Medaglia per le madri dei morti in guerra, Medaglia navale "Navigare Necesse", e una serie di raffinati bronzetti patinati e argentati.
Alla II Mostra d'Arte del Sindacato Regionale Fascista di Belle Arti della Liguria, "Alere Flammam", di Genova presenta Gli scartati (bronzo).
Il 12 gennaio del 1931 viene premiato alla Mostra di Arte Sacra di Roma e l'anno successivo alla Mostra d'Arte Sacra che si terrà a Padova.
Sempre nel gennaio si apre la I Quadriennale d'Arte Nazionale, al Palazzo delle Esposizioni, a Roma dove partecipa con Georgica (parte del lunettone dell'arco trionfale ai caduti di Genova), La trincea (pannello della porta della Casa Madre dei mutilati), Bocciolino (gesso).
A Barcellona, all'Esposizione Internazionale d'Arte, nella Sezione italiana, invia L'idoletto di casa (bronzo).
Nel maggio è alla III Esposizione del Sindacato Regionale Fascista di Belle Arti, organizzato dalla Società Promotrice di Belle Arti di Torino, con tre bronzetti Caccia grossa, Danzatrice, Riposo di Bajadera.
Alla fine del maggio del 1931 viene inaugurato l'Arco di Trionfo ai caduti di Genova progettato da Marcello Piacentini con sculture di Prini, A. Dazzi e E. De Albertis.
Alla Terza Mostra del Sindacato Fascista di Belle Arti del Lazio, nel 1932 al Palazzo delle Esposizioni, in Roma sono esposte Sibilla Aleramo, Giovannuzzo, Annuccia.
A Pallanza, sul lago Maggiore, si inaugura il monumento a Luigi Cadorna per il quale realizza quattro statue.
A Roma, per il Ministero delle Corporazioni (oggi Ministero dello Sviluppo Economico) modella i pannelli del portale bronzeo.
Per il Palazzo di Giustizia di Milano realizza un altorilievo con la Giustizia divina
Nel 1934, alla XIX Biennale di Venezia. Espone La colonna della Passione (bronzo), Bambina (bronzo), Serenella (bronzo), L'avv. Nicoletti (bronzo).
Alla Seconda Quadriennale d'Arte Nazionale del 1935 al Palazzo delle Esposizioni in Roma. espone Giovinezza (bronzo), Ritratto di bambina (bronzo), Sorriso di bimba (terracotta), Sonno (terracotta), L'Ammiraglio Cuturi (bronzo) e Torso (terracotta). Queste due ultime opere riscuotono il pieno consenso della critica. Ugo Nebbia scrive «quel suo torso femminile è di una purezza e un equilibrio da bilanciare la stessa espressiva schiettezza di quel busto dell'Ammiraglio Cuturi». G. Ruberti « ... in Torso da il senso compiuto delle carni femminili, nel busto dell'Ammiraglio Cuturi, un'interpretazione pensosa e bulinata al modo del Verrocchio»
Alla mostra L'Art Italien des XIX et XX siècles, al Jeu de Paume des Tuileries, in Parigi espone Bronzes décoratifs.
L'anno successivo alla VI Mostra del Sindacato Fascista Belle Arti del Lazio, espone La malatina, La Colonna della Passione, Ritratto del Comm. Floravanti, definito da Piero Scarpa "vigoroso e parlante".
Alla XX Biennale Internazionale di Venezia è presente con Maria Luisa Astaldi (terracotta), Amedeo Sarfatti (bronzo), Le stelle (bronzo), Alba (gesso patinato), Al balcone (bronzo).
Nel 1938 è nuovamente alla XXI Biennale di Venezia. con le sculture Risveglio (bronzo), Ragazza che si pettina (bronzo), Età felice (bronzo), Frammento (gesso).
Nel 1939 per il Padiglione Italiano all'Exhibition of Italian Contemporary Art, dell'Esposizione Universale di New York esegue due grandi pannelli L'Italia industriale e L'Italia agricola, e presenta Ragazza, Bocciolino, Al balcone.
Sempre nel 1939 si apre la III Quadriennale d'Arte Nazionale, a Roma, dove è presente con Giovane prete (bronzo), Sera (gesso), Nudo (gesso), Ritratto (gesso) , Mattina (gesso) che Ugo Ojetti così descrive «Mattina di Prini con la giovane che ancora assonnata spalanca la persiana al sole e quasi gli sorride.»
Nel progetto per l'Esposizione Universale Romana del '42 (l'E42) gli vengono commissionati il portale in bronzo e un altorilievo in travertino con la Consegna delle chiavi, per la chiesa dei SS Pietro e Paolo.
E' membro del Direttorio per la IX Mostra del Sindacato lnterprovinciale Fascista di Belle Arti del Lazio del 1940, ma non espone.
Nel settembre del 1941, scompare in Atlantico, al comando del sommergibile Malaspina, il figlio Giuliano al quale, nel settembre del 1949, verrà conferita dal Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi, la Medaglia d'oro al valor militare.
Alla fine del 1941si inaugura a Genova il Monumento a Costanzo Ciano, andato distrutto nel 1943.
Nel 1942, alla X Mostra del Sindacato lnterprovinciaie Fascista Belle Arti del Lazio, Roma, espone Medaglia (bronzo).
Il 15 febbraio del 1943 muore anche il figlio maggiore, Vitaliano Ferdinando. Partito volontario per la Russia, fatto prigioniero, viene sepolto a Miuciurich.
La prematura perdita di tutti e tre i figli segna profondamente il suo animo. Si dedica con maggior attenzione a quei temi religiosi che aveva curato sin dall'inizio della sua professione artistica quando ancora ventenne esordisce a Torino. con Le Spose del Signore e a Genova con il paliotto La traslazione delle spoglie di San Giovanni a Genova per la Cattedrale di San Lorenzo. Opere che già contenevano manifestamente la sua attenzione per la pietas e quel "potere del sentimento" che lo porterà a raffigurare i bambini e i problemi dei diseredati.
Nel 1943 è nominato Accademico di San Luca, a Roma. Come costume, verrà donato all'Accademia un autoritratto, dei primi del '900, a carboncino e pastello, sul retro del quale è stato recentemente rinvenuto un ritratto della moglie Orazia.
E' membro della Giuria designata dagli artisti alla IV Quadriennale d'Arte Nazionale, al Palazzo delle Esposizioni, a Roma. Espone Anna (gesso), Torsetto (gesso), Torso (bronzo), Bambina (gesso).
Nel 1948 alla Rassegna Nazionale di Arti Figurative, alla Galleria d'Arte Moderna di Roma, ripropone Testa di fabbro, I fabbri, Il nonno.
Alla VI Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma, del 1952 presenta Le stelle (bronzo), Nudo di bimba (gesso), Bocciolino (bronzo), Risveglio (bronzo), La malatina (bronzo), Torso di giovinetta (bronzo), Anna (gesso).
Per una seria affezione polmonare, i medici gli vietano di recarsi allo studio durante i mesi invernali, e si dedica intensamente alla realizzazione di pastelli e piccole sculture nello studio di casa.
Prini è tra gli artisti invitati alla VII Quadriennale ma non espone.
Nel settembre del 1956 ad Assisi, D. Bellini dedica a Prini una mostra personale che ripercorre il suo itinerario artistico e ripropone il Giovane sacerdote, Le stelle, La malatina, Serenella, La grande pietà (per la Cappella dell'Università La Sapienza di Roma), il bozzetto in bronzo per il portale della Chiesa di San Pietro e Paolo il Presepe degli angeli e il Presepe dell'arco.
Realizza nel 1957 una piccola Crocefissione in bronzo che resterà la sua ultima opera.
Muore a Roma il 1958 all'età di 81 anni.
Nel dicembre del 1958 si inaugura l'VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma che ricorda Giovanni Prini esponendo quattro opere Torso d'uomo, Ritratto dell'Ammiraglio Cuturi, Ritratto della Sig.ra Pettinelli, Anna alla finestra.
Nel 1972 si apre a Palazzo Barberini a Roma, Aspetti dell'arte a Roma 1870 - 1914 a cura di A. M. Damigella che presenta una ricca selezione dell'opera pittorica e grafica di Prini che lo colloca a pieno titolo accanto ai protagonisti del nostro simbolismo. Per la prima volta al pubblico sono esposti dipinti e studi grafici a carboncino e pastello. Sulla copertina del ricco catalogo appare Donna tra i pioppi (inchiostro su cartoncino), in mostra, tra gli altri, Innamorati su una panchina (olio su carta), Campagna (olio su carta), Donna e bambini in campagna (pastello su carta), Soggetto allegorico (inchiostro su carta), Paolo e Francesca (sanguigna), Amanti (inchiostro e tempera su carta) e una serie di carboncini su carta quali Testa di Cristo, Studio di nudo, Cipressi e monumento, Notturno - Cipresso e casa, Notturno - Donna e cavallo, Notturno - Viandante, Notturno - Carrozzella.
A Lugano nel 1981, nell'ambito della mostra Il Liberty Italiano e ticinese a cura di R. Bossaglia e F. Bellonzi, sono presenti Poemetto giocondo (inchiostro su cartone), Studi di figure femminili (inchiostro su carta), Soggetto allegorico (inchiostro su carta), Figura femminile (Carboncino e pastello su carta), Studio di nudo (carboncino e inchiostro su carta).
Nel 1982 a Torino a Palazzo Nervi nella Mostra della ceramica italiana 1920 - 1940 a cura di Ettore Neglia et alii, sono esposte Madonna della nicchia in ceramica policroma e Figurina di bimba seduta (terracotta patinata del 1900 c.a).
Nel 1986 Giuseppe Appella e Fabrizio D'Amico curano il catalogo della mostra Roma 1934 organizzata a Palazzo Braschi e presentano Le stelle e Ritratto di bambina.
Nello stesso anno a Riolo Terme, per la mostra Tra simbolismo e decò. Ceramiche di Nonni. Vetri di Murano. Disegni e pastelli di Prini, Mario Quesada presenta le opere pittoriche e grafiche che già avevano formato oggetto di particolare attenzione degli studiosi e del pubblico alla mostra del 1972 a Roma, a Palazzo Barberini.
L'anno successivo nell'ambito XI Quadriennale di Roma la mostra Secessione romana 1913 - 1916 a cura di R. Bossaglia, M. Quesada e P. Spadini, presenta quattro opere di Prini: Lampada, Gli amanti, La vita, Sonno di bimbo, Le gemelle Azzariti, Maschera.
Nel 1988 Mario Quesada cura il catalogo della mostra organizzata dal Comune di Faenza Duilio Cambellotti e la ceramica a Roma dal 1900 al 1935 nella quale trovano spazio ben nove opere di Prini: Bimbo (rectius Bimba seduta), Mia moglie, Reliquiario, Meditazione, Idolino, Damina del settecento, Rondine, Rondine (rectius Primavera).La Nicchia (La Madonnina della nicchia).
Alla fine dello stesso anno alla mostra L'arte del gioco curata da Maria Paola Maino e Mitzi Sotis allo Studio Sotis in Roma, sono presenti i Birilli.
Nel gennaio del 1989 alla Galleria Arco Farnese nell'ambito della mostra Divisionismo romano a cura di L. Stefanelli Torossi vengono esposti Ritratto di vecchia (carboncino su carta del 1904), Notturno - Donna davanti a una panchina (carboncino e pastello su carta del 1905), Figura femminile (Carboncino e pastello su carta del 1905), e il gesso Testa del 1906.
Nel 1990 Daniela Fonti cura con F. Borsi e G. Morolli, il catalogo per Il Palazzo dell'Industria una esposizione dei contributi dati dagli architetti e artisti dell'epoca, alla realizzazione di quello che fu il Ministero delle Corporazioni e per il quale Giovanni Prini realizzò gli otto pannelli in bronzo del portale. Nell'occasione furono presentati anche alcuni disegni preparatori e una figura femminile in gesso patinato che richiama quella presente nella formella de Le arti plastiche e liriche.
Nel 1992 Andrea Contini a Genova cura una mostra monografica su Giovanni Prini, introdotta da Silvana Sinisi, nella quale sono presenti circa 90 opere.
Alla mostra La ceramica degli Artisti (1910-1997) alla Galleria Netta Vespignani a cura di Luciano Caramel del 1997, sono esposte La rondine del 1921 e Rondine (rectius Primavera) del 1923 c.a
Nel 1998 alla Galleria Campo dei Fiori a Roma si tiene un'accuratissima mostra: Giovanni Prini. Dal Simbolismo alla Secessione 1900 -1916 a cura di M. Fagiolo Dell'Arco e F. Matitti.
Nel luglio del 2003 al Museo di Roma in Trastevere si apre la mostra Artisti e Fornaci La ceramica a Roma e nel Lazio (1880-1930) a cura di I. De Guttry e M.P. Maino, che presenta quattro ceramiche del 1921, Primavera, Meditazione, La rondine, Damina.
Nel 2012 i suoi Birilli del 1920 sono esposti alla mostra Century of the child nella sezione Avant-garde playtime curata da Juliet Kinchin per il MoMA di New York.
La scultura Gli amanti figura nel 2014 sulla copertina del catalogo della mostra D'après Rodin. Scultura italiana del primo Novecento alla Galleria d'Arte Moderna di Roma, nella quale la curatrice S. Frezzotti la espone insieme a Torso di genitrice del 1935.
Alla mostra Liberty in Italia - artisti alla ricerca del moderno a cura di F. Parisi ed A. Villari, che si è aperta a Reggio Emilia il 5 novembre 2016 a Palazzo Magnani, Prini è presente con Soggetto allegorico (china su carta), Disegno preparatorio per la scultura "Gli amanti"(matita su carta), La vita (gesso patinato), Disegno per il vaso "La vita" (matita su carta), Primavera (maiolica invetriata) con ampie schede di G. Brocca.
La scultura Gli amanti figura ancora nel 2016 sulla copertina del catalogo della prima mostra antologica istituzionale Giovanni Prini il potere del sentimento
curata da M.P. Maino alla Galleria d'Arte Moderna di Roma, con la collaborazione di I. De Gutry e M. Falciano che, con ampia documentazione, percorre l'itinerario artistico di Giovanni Prini, la sua attenzione alle cd "arti applicate, rievocando l'ambiente in cui maturò la sua arte e il "salotto Prini" nel quale si formarono altri grandi artisti.